Aspetta a vendere o comprare oro: ecco la data prevista per il prossimo calo dei prezzi

Il mondo degli investitori che guardano all’oro come bene rifugio è animato da una domanda cruciale: conviene attendere prima di vendere o acquistare, oppure agire ora sui mercati? La risposta a questa domanda, nel contesto attuale di grande volatilità macroeconomica e geopolitica, non è semplice. Tuttavia, alcune stime autorevoli forniscono indicazioni sui possibili scenari di prezzo negli ultimi mesi del 2025 e quando potrebbe verificarsi il prossimo calo delle quotazioni.

Prezzi record e prospettive per il 2025

Il 2025 si è già rivelato un anno eccezionale per il prezzo dell’oro, che ha raggiunto un massimo storico superiore ai 3.400 dollari l’oncia nel mese di agosto, sostenuto da vari fattori come la debolezza del dollaro statunitense, la ricerca di sicurezza da parte degli investitori e l’incertezza sulle politiche monetarie più rilevanti al mondo. Un aspetto chiave di questa crescita è la convinzione degli analisti che le principali banche centrali continueranno ad accumulare oro nei propri portafogli, offrendo così un forte supporto al prezzo. Secondo alcune delle previsioni più accreditate, l’oro potrebbe oscillare su valori molto elevati fino al termine dell’anno e potenzialmente anche nei primi mesi del 2026.

Gli esperti di Goldman Sachs, una delle banche d’investimento più influenti, nel corso dell’estate 2025 hanno aggiornato il loro target portando la proiezione per fine anno a 3.100 dollari l’oncia, con un potenziale di crescita fino a 3.300 dollari in caso di elevate tensioni politiche o commerciali. Ciò implica che una correzione importante dei prezzi potrebbe difficilmente verificarsi prima della conclusione dell’anno in corso, a meno di eventi economici o geopolitici di portata tale da invertire il trend strutturale.

Tassi di interesse, Fed e impatto sui prezzi dell’oro

Se si osservano i possibili catalizzatori di una futura discesa delle quotazioni del metallo giallo, non si può ignorare il ruolo della Federal Reserve e delle sue politiche sui tassi d’interesse. Le aspettative di mercato indicano che la Fed potrebbe procedere a un primo taglio dei tassi già nel mese di settembre 2025, sulla scia di una recessione lieve attesa negli Stati Uniti e in Europa e di una crescente pressione politica per stimolare l’economia. Questi tagli generalmente favoriscono una crescita ulteriore dell’oro, almeno nell’immediato, poiché il dollaro tende a indebolirsi e gli asset rifugio come l’oro guadagnano appeal.

Solo quando la fase espansiva delle politiche monetarie si sarà consolidata e la situazione sui mercati globali inizierà a mostrare segnali di maggiore stabilità, il prezzo dell’oro potrebbe tornare a registrare una discesa significativa. Pertanto, la situazione maggiormente propizia per acquistare a prezzi più bassi o per vendere ai massimi attuali potrebbe materializzarsi non prima dell’ultimo trimestre 2025 o nei primi mesi del 2026, quando sarà più chiaro l’effetto delle decisioni della Fed e delle altre banche centrali sull’economia globale.

Quali fattori monitorare per intercettare il prossimo calo

A fronte di quanto esposto, chi intende pianificare la propria strategia di investimento sull’oro dovrebbe monitorare alcuni indicatori fondamentali che possono anticipare inversioni di tendenza:

  • Dichiarazioni della Federal Reserve e altre grandi banche centrali, soprattutto in merito a tempistiche e intensità dei futuri tagli dei tassi di interesse.
  • Domanda delle banche centrali: quando inizierà a declinare, o quando le loro riserve raggiungeranno livelli ritenuti adeguati, potrebbe venir meno una delle principali spinte rialziste dell’oro.
  • Performance economica globale: un ritorno deciso alla crescita dopo la fase recessiva porterebbe gli investitori a preferire asset più rischiosi e dunque sottrarre domanda all’oro.
  • Oscillazioni del dollaro USA: il rafforzamento della valuta americana può corrispondere a una flessione del prezzo dell’oro, dato il rapporto inverso tra le due asset class.

Oltre a questi fattori, anche gli eventi geopolitici e i cambiamenti normativi (ad esempio nuove tariffe, sanzioni o riforme sulle emissioni industriali) impattano fortemente il settore dei metalli preziosi.

Strategie operative: aspettare o agire?

Analizzando le principali proiezioni numeriche, la possibilità di un reale calo dei prezzi – interessante per chi desidera acquistare oro fisico o finanziario a prezzi più accessibili – appare più probabile solo a partire da fine 2025 o nei primi trimestri del nuovo anno. Gli scenari prospettati dagli analisti indicano una probabilità nettamente superiore di assistere a prezzi ancora elevati almeno fino all’autunno. Anche nell’analisi di Gold Avenue, viene indicata per il 2025 una probabilità limitata (20%) di uno scenario ribassista con l’oro intorno ai 2.600-2.800 dollari l’oncia, mentre è maggiore la probabilità di mantenimento o crescita ulteriore delle quotazioni.

Chi desidera speculare sul breve termine dovrebbe quindi considerare il rischio di entrare ora in una fase rialzista già matura, con poco margine di crescita ulteriore, mentre chi punta alla valorizzazione nel lungo periodo può ragionevolmente attendere una correzione dei prezzi, ipotizzabile solo dopo il verificarsi di segnali chiari di inversione macroeconomica.

Importante sottolineare che, per individuare il miglior momento di ingresso o uscita dal mercato, può essere utile consultare i grafici tecnici mensili, osservando i punti di minimo delle serie storiche, come suggerito anche dagli operatori professionali: quando il prezzo dell’oro si avvicina ai valori medi più bassi registrati negli anni precedenti, aumenta la probabilità di un buon affare. Tuttavia, viste le numerose variabili in campo, le previsioni restano suscettibili a rapidi cambiamenti.

La funzione di bene rifugio e il ruolo delle banche centrali

L’oro, come noto, svolge una funzione storica di bene rifugio [oro su Wikipedia], proprio perché tende a preservare il valore in periodi caratterizzati da inflazione, volatilità delle valute e crisi politiche o militari. Dal 2022 in avanti, la crescente domanda da parte delle banche centrali – con la Cina in prima linea – ha sostenuto ulteriormente la quotazione, spingendo gli istituti a incrementare gli acquisti mensili fino a 50 tonnellate, livello mai visto negli ultimi anni. Fino a che questa tendenza resterà dominante, ogni flessione dei prezzi verrà vista dagli operatori istituzionali come una occasione per rientrare sul mercato, rafforzando così i livelli di supporto.

La prospettiva di un cambiamento di rotta, con un rallentamento degli acquisti istituzionali o con una ripresa della fiducia verso altre asset class, potrebbe rappresentare il segnale definitivo per un calo strutturale delle quotazioni. Fino ad allora, chi attende un brusco ribasso dovrà probabilmente portare pazienza.

In definitiva, la data più probabile per il prossimo calo sensibile dei prezzi dell’oro appare essere orientata verso la fine del 2025 o, più realisticamente, all’inizio del 2026, scenario che dipenderà però dallo sviluppo di molteplici fattori oggi ancora incerti. Nel frattempo, l’attenzione degli investitori resterà massima e l’oro conserverà il suo ruolo centrale nei portafogli di chi punta alla difesa del capitale e alla diversificazione.

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