Nel panorama degli strumenti di risparmio bancari in Italia, i buoni di risparmio bancari e i BTP sono tra le soluzioni più considerate dai risparmiatori in cerca di protezione del capitale e di un rendimento sicuro nel tempo. Analizzare il rendimento reale e la convenienza tra queste due opzioni nel 2025 è fondamentale per prendere decisioni finanziarie informate. Le scelte dipendono da diversi fattori: tassazione, flessibilità, orizzonte temporale dell’investimento e accesso a eventuali agevolazioni.
Rendimenti attuali dei buoni di risparmio bancari e dei BTP
I buoni di risparmio bancari, spesso identificati nei conti deposito vincolati, sono strumenti offerti dalle banche che prevedono il blocco del capitale per una durata stabilita in cambio di tassi di interesse competitivi. Secondo i dati più aggiornati, nel 2025 è possibile ottenere:
- Illimity Bank offre un rendimento annuo lordo del 3,50% (2,59% netto) per depositi vincolati a 12 o 24 mesi, con un importo minimo richiesto di 1.000 euro.
- Altri istituti come Banca Aidexa e Banca Progetto si attestano su rendimenti lordi annuali tra il 3,25% e il 3,3% (circa 2,41%-2,44% netti).
- Conti deposito liberi offrono rendimenti inferiori, ma garantiscono maggiore flessibilità nel prelievo.
Per quanto riguarda i BTP (Buoni del Tesoro Poliannuali), nel 2025 il rendimento netto varia a seconda della scadenza e del titolo selezionato:
- Il nuovo BTP Più garantisce un rendimento netto del 2,45% nei primi quattro anni e del 3,15% nei quattro successivi. Su 10.000 euro investiti, si possono ottenere circa 900 euro netti in 4 anni e 2.080 euro in 8, senza esercitare il rimborso anticipato.
- Un BTP con scadenza a 2 anni offre un 1,85% netto, mentre uno a 5 anni arriva a 2,56% netto. Ciò si traduce in 746 euro di guadagno su 20.000 euro in 2 anni oppure 2.694 euro in 5 anni.
Tassazione e costi: il nodo centrale della convenienza
Uno degli elementi distintivi tra buoni di risparmio bancari e BTP è la fiscalità applicata sugli interessi maturati:
- I conti deposito bancari sono gravati da una tassazione sugli interessi del 26%, che riduce in modo significativo il rendimento effettivo per il risparmiatore.
- I BTP, invece, beneficiano di una tassazione agevolata del 12,5% sui rendimenti e anche dell’esenzione dall’imposta di successione. Questo vantaggio fiscale può diventare decisivo nei confronti dei conti deposito.
Va considerato inoltre il costo delle commissioni per l’acquisto dei BTP, che però si aggirano tra zero e 20 euro per transazione, spesso azzerati da molte banche e SIM. Al contrario, i conti deposito non presentano costi di ingresso o uscita nella maggior parte dei casi.
Flessibilità, sicurezza e accesso
Oltre al rendimento, valutare la liquidabilità e la sicurezza di ciascun prodotto è cruciale:
- I conti deposito offrono grande flessibilità: si può scegliere tra depositi liberi (prelievo possibile in ogni momento) e vincolati (capitale bloccato in cambio di tassi superiori).
- I BTP presentano scadenze fisse e impegno di capitali, ma possono essere rivenduti sul mercato secondario prima della scadenza, con il rischio di subire variazioni di prezzo.
- Quanto a sicurezza, i conti deposito fino a 100.000 euro per cliente sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, mentre i BTP sono titoli di Stato e godono della garanzia della Repubblica Italiana.
Un vantaggio aggiuntivo dei buoni fruttiferi postali e dei libretti di risparmio è che dal 2025 sono esclusi dal calcolo dell’Isee fino a 50.000 euro per nucleo familiare, fattore rilevante per chi accede a bonus e agevolazioni sociali.
Buoni di risparmio bancari vs BTP: qual è la scelta migliore?
La risposta dipende dagli obiettivi finanziari dell’investitore, dall’orizzonte temporale e dalla propensione al rischio. Di seguito i punti salienti da considerare:
- Per chi cerca flessibilità, i conti deposito bancari vincolati offrono rendimenti netti tra 2,4% e 2,6% a breve termine (12-24 mesi), con possibilità di svincolare il capitale entro la fine del vincolo (a volte con penalità).
- La liquidità dei BTP è mediamente inferiore a quella dei conti deposito perché sono prodotti più adatti a piani di investimento di medio-lungo termine. Tuttavia, il BTP Più offre una progressiva crescita del rendimento nei primi e secondi quattro anni, premiando chi mantiene l’investimento fino a scadenza.
- La tassazione favorevole dei BTP rappresenta un vantaggio strategico: i rendimenti netti sono spesso superiori a quelli dei conti deposito a parità di tasso lordo grazie all’aliquota più bassa.
- Conti deposito e buoni postali restano preferibili per chi privilegia semplicità gestionale, nessun rischio di prezzo e accesso più rapido al capitale.
- Per chi aspira a stabilità e protezione del capitale, senza esigenze di prelievo anticipato, anche i buoni fruttiferi postali restano un’opzione solida, con rendimenti molto simili a quelli dei migliori conti deposito.
Simulazione pratica: cosa si guadagna davvero?
Facciamo un esempio pratico: investendo 10.000 euro in un conto deposito vincolato per 24 mesi al 2,59% netto, il guadagno sarà circa 518 euro alla scadenza.
Scegliendo invece il BTP Più (rendimenti netti 2,45% nei primi 4 anni, 3,15% nei successivi), dopo 4 anni si otterranno circa 900 euro netti; dopo 8 anni si superano i 2.080 euro. A parità di durata, il BTP Più batte il conto deposito solo se ci si impegna per almeno 8 anni, grazie all’aumento del rendimento nel secondo quadriennio.
Per importi superiori (ad esempio 20.000 euro su BTP a 5 anni), il rendimento netto sarà di circa 2.694 euro, mentre il conto deposito di Illimity sullo stesso orizzonte temporale garantirà circa 1.036 euro. Il vantaggio fiscale sui BTP amplifica la differenza nel lungo periodo.
Cambiamenti nel mercato e prospettive future
Nel 2025 la crescita dei tassi di interesse ha aumentato la competitività dei conti deposito, con offerte che superano in alcuni casi persino il 4% lordo (ad esempio, alcune banche online come ibonline e ioinBanca). Tuttavia, il rendimento netto effettivo si riduce sensibilmente dopo la detrazione fiscale piena. Questo scenario spinge molti risparmiatori a preferire ancora una volta il BTP per cifre elevate e per orizzonti di medio-lungo termine.
In conclusione, la scelta migliore tra buoni di risparmio bancari e BTP dipende dalle esigenze personali: la flessibilità e la gestione semplice dei conti deposito sono ideali per chi valuta investimenti a breve termine o desidera poter rientrare in possesso del capitale in tempi rapidi, mentre i BTP risultano più adatti per strategie di medio-lungo termine, specie grazie al vantaggio fiscale e al progressivo incremento del rendimento nel tempo. Per alcuni profili, i buoni fruttiferi postali offrono un interessante equilibrio tra sicurezza, fiscalità e vantaggi sociali nei patrimoni sotto i 50.000 euro per l’Isee. Stante l’attuale scenario macroeconomico e la volatilità dei mercati, valutare con attenzione queste dinamiche resta fondamentale per tutelare e valorizzare il proprio risparmio.