Moglie a carico: ecco chi ha diritto all’assegno e quali sono i limiti di reddito

Per poter beneficiare dell’assegno per il coniuge a carico e degli altri principali sostegni destinati alle famiglie, è necessario comprendere con precisione quali siano le condizioni richieste dalla normativa vigente e quali siano i limiti reddituali che determinano il diritto all’accesso. Nei rapporti fiscali e previdenziali, la definizione di “moglie a carico” si fonda infatti su criteri rigorosi e su una soglia di reddito annua molto specifica, valida anche per la definizione degli altri familiari fiscalmente a carico.

Definizione di coniuge a carico: principali criteri

La disciplina fiscale stabilisce che il coniuge si considera a carico ai fini delle detrazioni IRPEF se nel periodo d’imposta precedente ha percepito un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro lordi annui. Tale cifra è comprensiva di qualsiasi forma di reddito (lavoro dipendente o autonomo, pensioni, rendite, redditi da capitale o da fabbricati, ecc.), fatta eccezione per i redditi soggetti a regimi di tassazione separata e, per alcune categorie, fatti salvi specifici regimi agevolativi.

Il limite di reddito è identico per tutti i familiari a carico, ad eccezione dei figli con meno di 24 anni per i quali il limite è elevato a 4.000 euro lordi annui. Questo valore resta valido anche per l’attribuzione delle detrazioni per carichi di famiglia in sede di dichiarazione dei redditi. Nel calcolo vanno inclusi tutti i redditi percepiti dal coniuge, senza considerare eventuali deduzioni, quindi si tratta di una somma al lordo delle imposte e degli oneri deducibili.

Limiti di reddito ai fini degli assegni familiari

Se la necessità è quella di ottenere l’assegno per il nucleo familiare (ANF) o altri trattamenti previdenziali specifici, entrano in gioco limiti di reddito mensili o annui stabiliti dalla legge, che possono variare in base alla misura richiesta. Per il 2025, ad esempio, il limite di reddito mensile per il coniuge a carico ai fini ANF è fissato a 849,78 euro; per nuclei con due genitori, la soglia sale a 1.487,13 euro mensili. I familiari che percepiscono un reddito superiore a tali soglie escono dal diritto all’assegno.

Le condizioni per il riconoscimento e l’inclusione di un familiare a carico nella domanda di ANF sono le seguenti:

  • Il richiedente deve dimostrare che il coniuge non percepisce altri assegni di nucleo familiare o trattamenti di famiglia analoghi.
  • È necessario allegare documentazione attestante la composizione familiare, i dati anagrafici e la condizione reddituale dei membri del nucleo.
  • L’INPS può richiedere specifiche autodichiarazioni o autorizzazioni per includere soggetti non conviventi o residenti all’estero.

L’accertamento dei requisiti reddituali viene effettuato annualmente e il diritto all’assegno decade se intervengono variazioni nel corso dell’anno, come il superamento delle soglie.

Le novità: Assegno Unico e Universale e le differenze con i vecchi assegni familiari

Dal 1° marzo 2022, è entrato in vigore l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, che ha profondamente modificato il sistema degli aiuti economici per la famiglia introdotto in precedenza, in particolare per i nuclei con figli minori. Questo sostiene ogni figlio a carico a prescindere dalla situazione lavorativa dei genitori e senza richiedere ISEE, anche se l’importo spettante può variare in funzione dell’indicatore economico del nucleo.

Restano invece regolati dai limiti e dalle modalità tradizionali gli assegni per i nuclei senza figli (ad esempio con solo il coniuge a carico), oppure per i casi particolari stabiliti dalle gestioni pensionistiche dei lavoratori autonomi o coltivatori diretti, dove la normativa mantiene le stesse soglie già previste per il coniuge.

L’inclusione delle nuove norme ha comportato la cessazione degli assegni familiari per i nuclei con figli, mantenendoli solo per le altre categorie di componenti (ad es. coniuge senza figli, fratelli, sorelle conviventi, ecc.) se in possesso dei requisiti stabiliti.

Altri aspetti rilevanti: residenza, convivenza e dichiarazione dei redditi

La moglie, o comunque il coniuge, può essere considerata fiscalmente a carico anche se non convive con il contribuente, purché non sia legalmente ed effettivamente separata e non superi il limite di reddito fissato dalla legge. Questa regola si applica anche nel caso in cui la persona a carico sia residente all’estero: ciò che rileva è la percezione del reddito e la situazione anagrafica/familiare, non la residenza anagrafica.

Nel modulo della dichiarazione dei redditi (modello 730, Redditi PF), il contribuente dovrà indicare il codice fiscale della moglie a carico e segnalare (nelle apposite caselle) la percentuale delle detrazioni spettanti, che può essere anche suddivisa se entrambi i coniugi lavorano e sono titolari autonomi di reddito. Il diritto alla detrazione, così come all’assegno familiare, decade in automatico se la situazione reddituale della persona a carico cambia nel corso dell’anno.

Va precisato che i redditi presi in considerazione vanno calcolati sommando anche le somme esenti, quelle soggette a ritenuta alla fonte e i redditi percepiti da organismi internazionali; restano escluse le somme già tassate a titolo definitivo. In caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi a un CAF o a un consulente fiscale specializzato.

Familiari a carico diversi dal coniuge: regole particolari

La normativa consente di considerare fiscalmente a carico anche altri membri della famiglia, sempre in presenza di precisi limiti reddituali. Fra questi si annoverano, ad esempio, i figli maggiorenni disabili, i genitori, i fratelli, le sorelle e i nipoti risultanti dallo stato di famiglia. Per tali soggetti, oltre al già citato limite di 2.840,51 euro lordi annui (o 4.000 euro per i figli sotto i 24 anni), spesso è necessaria la condizione aggiuntiva della convivenza o che ricevano assegni alimentari non derivanti da provvedimenti giudiziari.

Per ognuno di questi casi, ai fini fiscali e previdenziali, l’inclusione come “a carico” comporta il diritto a detrazioni IRPEF o ad assegni di supporto commisurati sulla composizione e sul reddito complessivo del nucleo.

Verifica dei requisiti e responsabilità del cittadino

La dichiarazione della moglie come a carico comporta specifica responsabilità da parte del contribuente. La violazione delle disposizioni (ad esempio dichiarando a carico una persona il cui reddito è superiore al limite previsto) espone il dichiarante al rischio di controlli e di sanzioni amministrative da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per mantenere il diritto ai benefici fiscali e agli assegni collegati, è fondamentale verificare periodicamente la situazione reddituale degli eventuali familiari a carico e aggiornare, se necessario, la propria dichiarazione in caso di cambiamento nel corso dell’anno.

L’attenzione ai dettagli normativi e l’aggiornamento costante sulla soglia di reddito consentono di evitare errori e di usufruire appieno dei sostegni alla famiglia previsti dall’ordinamento italiano.

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