Quanti cani puoi tenere legalmente in casa o in giardino? Ecco i limiti che devi rispettare

In Italia, non esiste una legge nazionale che definisca in modo univoco il numero massimo di cani che una persona può legalmente tenere in casa o in giardino. La normativa è frammentata e, di conseguenza, i limiti variano in base a regolamenti regionali, comunali e, in ambito condominiale, anche alle disposizioni stabilite dal regolamento condominiale stesso. Questo quadro normativo rende fondamentale informarsi preventivamente presso il proprio Comune o Regione prima di prendere decisioni sull’accoglienza di più animali domestici nella propria abitazione o nel proprio spazio esterno.

Regole generali a livello nazionale e locale

L’assenza di una legge nazionale significa che, in linea di principio, si possono detenere più cani all’interno della stessa unità abitativa, purché siano rispettate alcune condizioni imprescindibili. La Corte di Cassazione ha precisato che il numero di animali in una civile abitazione non può essere illimitato, nemmeno in presenza di un grande giardino. L’aspetto centrale resta quello di poter garantire il benessere di ciascun animale e la civile convivenza con il vicinato, evitando situazioni che possano generare disagi ambientali, disturbo alla quiete pubblica o problemi igienico-sanitari significativi.

In ambito condominiale, l’articolo 1138 del codice civile tutela il diritto di detenere animali domestici negli appartamenti privati, impedendo ai regolamenti condominiali di vietare in modo assoluto la presenza di cani e gatti. Tuttavia, questa libertà ha limiti ben precisi: il possesso di un numero eccessivo di animali può essere contestato se compromette la vivibilità degli spazi comuni o il diritto degli altri condomini a non subire disagi rilevanti.

Limiti regionali e comunali: la casistica

Le Regioni e, spesso, i Comuni fissano limiti numerici precisi, soprattutto nelle aree urbane più densamente popolate. Un caso emblematico è quello della Regione Lombardia, dove la legge regionale n. 33/2009 stabilisce un tetto di 10 cani o gatti per nucleo abitativo (intesi come animali adulti, quindi esclusi i cuccioli sotto i sei mesi). Se si desidera superare questa soglia, la normativa impone di inoltrare una specifica comunicazione scritta al Sindaco, il quale può autorizzare oppure prescrivere condizioni aggiuntive in termini di igiene e benessere animale.

In altre regioni, come ad esempio in Emilia-Romagna, il limite può essere persino superiore: qui, per esempio, si arriva fino a 15 cani, ma solo nel caso di cani da lavoro o da caccia e non per quelli semplicemente tenuti come animali da compagnia. Altre regioni e molti comuni più piccoli non indicano un numero esatto, ma impongono criteri più generali che ruotano intorno al benessere animale, lo spazio disponibile e il rispetto delle norme igienico-sanitarie.

I requisiti da rispettare

Qualunque sia il numero di cani che si decide di detenere, è fondamentale rispettare alcuni requisiti previsti per legge e dal benessere animale:

  • Assicurare spazi adeguati a ciascun animale, sia all’interno dell’abitazione sia in giardino.
  • Garantire cure igieniche e veterinarie regolari, compresa la vaccinazione e la registrazione dell’animale presso l’anagrafe canina comunale.
  • Educazione e socializzazione: ciascun cane deve essere educato al rispetto delle regole e a una convivenza armoniosa con l’ambiente e con altri animali eventualmente presenti.
  • Assenza di maltrattamento e abbandono: tenere un numero elevato di cani senza avere i mezzi per gestirli può configurare maltrattamento o abbandono, reati perseguibili penalmente.
  • Mantenere il decoro e l’igienicità degli spazi, sia all’interno che all’esterno, evitando accumulo di deiezioni e odori molesti.

Nelle aree urbane, inoltre, molte polizie municipali effettuano controlli periodici nelle abitazioni dove si presume venga superato il limite massimo o dove sono state segnalate situazioni problematiche in termini di rumore, igiene o benessere dei cani.

Condizioni e responsabilità in ambito privato

Oltre alle prescrizioni delle autorità locali, un elemento cruciale resta la capacità di accudire un numero elevato di cani senza che questo comprometta la qualità della vita degli animali e delle persone. Una gestione inadeguata può infatti portare a conseguenze gravi sia in termini di sanzioni amministrative che penali, soprattutto nei casi in cui venga riscontrato lo stato di abbandono o di maltrattamento degli animali.

Va poi sottolineato che nei casi di adozione multipla, la responsabilità civile e penale del proprietario si estende a tutte le azioni dei cani. Nel caso in cui uno degli animali provochi danni a terzi o disturbi la quiete pubblica, il proprietario sarà chiamato a rispondere secondo quanto previsto dal Codice Penale.

In ambito rurale, dove le esigenze e le disponibilità di spazio e gestione sono diverse, la legge è generalmente più tollerante, purché venga comunque rispettato il principio del benessere animale e della sicurezza del vicinato. Tuttavia, anche qui i limiti di legge possono essere dettagliati nei regolamenti comunali e variano a seconda della specifica destinazione d’uso dell’immobile e della presenza di recinti o strutture idonee.

Infine, in caso di divergenze o dubbi interpretativi sulle norme locali o per situazioni particolari (ad esempio desiderio di accogliere un numero superiore di cani per attività di volontariato o rifugio), è sempre raccomandato consultare l’ufficio comunale competente o rivolgersi a un esperto legale specializzato in diritti degli animali. Solo così si possono evitare sanzioni e assicurare un ambiente sano e idoneo a tutti gli animali coinvolti.

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