Negli ultimi anni, il settore agricolo ha assistito a una vera trasformazione nel controllo delle infestanti grazie all’arrivo di un diserbante sviluppato in Giappone, basato sul benzobicyclon. Questo principio attivo ha generato grande interesse e numerose discussioni tra agricoltori e tecnici, sia per i risultati ottenuti sia per le sue peculiarità rispetto ai diserbanti tradizionali. La domanda fondamentale è se questo erbicida rappresenti davvero un punto di svolta in termini di efficacia e selettività o se sia semplicemente uno tra i tanti prodotti innovativi già presenti sul mercato.
Le caratteristiche distintive del diserbante giapponese
Il benzobicyclon, introdotto in risaia a partire dal 2016, ha portato una vera novità: si distingue per un’azione residuale prolungata ed una efficacia elevata su infestanti annuali e ciperacee, bersagliando in particolare specie come Cyperus difformis, Schoenoplectus mucronatus, Hetheranthera ed Eleocharis(Wikipedia: benzobicyclon). Agisce in modo selettivo nei confronti della coltura del riso, garantendo una protezione continuativa durante la fase più delicata del ciclo colturale, soprattutto se applicato nei primi stadi di crescita delle infestanti. Studi ed esperienze condotte in campo hanno dimostrato che l’uso esclusivo di questo diserbante può risultare sufficiente a tenere sotto controllo tutte le principali infestanti tipiche delle risaie.
Tra i punti di forza si segnalano:
- meccanismo d’azione innovativo, che lo rende ideale per la gestione delle infestanti ormai resistenti agli erbicidi tradizionali;
- eccellente selettività colturale, aspetto essenziale per evitare danni alle piante di riso;
- attività residuale antigerminello, ovvero la capacità di prevenire nuove germinazioni successive all’applicazione;
- versatilità nell’applicazione, soprattutto in ambiente di sommersione tipico della coltura risicola.
Un confronto con i diserbanti tradizionali
La lotta contro le infestanti si è finora basata principalmente su erbicidi come il glifosato, considerato da decenni uno dei prodotti più potenti e diffusi a livello globale(Wikipedia: glifosato). Questo principio attivo agisce come diserbante totale sistemico, colpendo indistintamente quasi tutte le specie vegetali e integrandosi nei tessuti dall’apparato fogliare fino alle radici. Proprio questa assenza di selettività rappresenta, tuttavia, uno dei maggiori limiti, non potendo essere usato direttamente su colture in atto senza causare danni irreparabili.
I produttori, per bilanciare efficacia e sicurezza per le colture, hanno introdotto anche le cosiddette soluzioni selettive, tra cui si inserisce il modello rappresentato dal benzobicyclon e altri, come Conviso® One, in particolare per la barbabietola da zucchero (bietola). Questi combinano:
- forte attività diserbante verso infestanti specifiche;
- minore impatto sugli organismi non target (in particolare le piante coltivate);
- ridotto input chimico totale, grazie all’effetto prolungato e alla possibilità di limitare le applicazioni;
- contributo al contenimento della resistenza agli erbicidi nei confronti delle infestanti più problematiche.
L’efficacia e i limiti dei nuovi erbicidi
Le prove di campo condotte negli ultimi anni hanno mostrato come l’impiego del benzobicyclon, soprattutto nelle risaie, sia in grado di eliminare la quasi totalità delle principali infestanti target. L’attività residuale impedisce inoltre la nascita di nuove piante infestanti dopo le prime fasi post-trattamento, risultando efficace anche nelle situazioni di maggior pressione da parte di ciperacee e altre monocotiledoni tipiche degli ambienti umidi.
Un vantaggio particolarmente sentito è la gestione delle infestanti resistenti: avendo un meccanismo d’azione differente rispetto ai più diffusi ALS inibitori e ACCasi, rappresenta una valida opzione per colpire infestanti che hanno sviluppato resistenza agli erbicidi storici. Inoltre, la selettività osservata su coltura del riso si conferma uno degli elementi chiave nella scelta per i tecnici agronomi e i risicoltori.
Tuttavia, sono presenti anche alcuni limiti:
- la performance migliore si ottiene contro infestanti ai primi stadi di sviluppo;
- alcune specie non target o infestanti perenni potrebbero risultare meno sensibili, rendendo necessarie rotazioni con prodotti di diverso meccanismo d’azione per assicurare la massima efficacia nel lungo termine;
- la specificità rende il prodotto ideale soprattutto per risaia, limitandone l’impiego in altre colture;
- il costo di introduzione, almeno nella fase iniziale, è superiore rispetto ai tradizionali diserbanti di sintesi.
Verso una gestione integrata: efficacia e sostenibilità
Le novità introdotte dal diserbante giapponese trovano una logica collocazione nel contesto della gestione integrata delle infestanti. L’uso di erbicidi selettivi e a residuo prolungato, se abbinato a buone pratiche agronomiche (rotazione delle colture, lavorazioni controllate, uso di varietà competitive), consente di:
- ridurre la pressione selettiva per la comparsa di resistenza;
- diminire il numero di trattamenti chimici necessari;
- preservare la biodiversità e la salute del terreno;
- ottimizzare i risultati produttivi della coltura del riso.
All’interno di approcci sostenibili, acquistano sempre più rilevanza anche soluzioni biologiche o diserbanti naturali (a base di aceto, acqua e sale), che in specifici contesti possono rappresentare una valida alternativa, seppur con una efficacia generalmente inferiore e limitazioni di selettività, durata ed applicabilità su larga scala.
L’orientamento della ricerca e delle normative
In ambito europeo si registra un deciso orientamento verso la razionalizzazione dell’uso dei fitofarmaci e la graduale introduzione di principi attivi con profili tossicologici sempre più favorevoli. In questo scenario, i nuovi erbicidi giapponesi rappresentano un interessante punto di equilibrio tra efficacia di campo e sostenibilità, anche se il loro impatto positivo dipende fortemente dal corretto utilizzo in base allo sviluppo infestante e alle condizioni ambientali.
In conclusione, l’erbicida a base di benzobicyclon non può essere definito in modo assoluto come “il più efficace” per qualsiasi contesto, ma si conferma uno strumento avanzato, capace di rivoluzionare la lotta alle infestanti della risaia e offrire soluzioni alle emergenze fitosanitarie più attuali. La sua efficacia superiore è stata confermata sperimentalmente, ma rimane imprescindibile integrarlo in strategie di gestione integrata per assicurare la salvaguardia della produzione e dell’ambiente.