Il movimento che salva le articolazioni: la sequenza antinfiammatoria per chi soffre di artrosi

Per chi soffre di artrosi, la possibilità di preservare l’agilità e ridurre il dolore sembra un traguardo difficile, ma recenti evidenze cliniche e l’esperienza della fisioterapia confermano che il movimento mirato rappresenta uno dei pilastri fondamentali per salvare le articolazioni dalla progressione del danno e dalla perdita funzionale. La strategia più efficace oggi è la creazione di una sequenza antinfiammatoria che, attraverso esercizi specifici e personalizzati, permette il controllo dell’infiammazione e la riduzione della rigidità tipica dell’artrosi.

L’importanza dell’attività fisica per chi ha artrosi

L’artrosi è una patologia cronica caratterizzata dalla degenerazione della cartilagine articolare, spesso accompagnata da infiammazione delle strutture periarticolari. Questa condizione provoca dolore, rigidità e limitazione del range di movimento (ROM) delle articolazioni, portando molti pazienti a ridurre il proprio livello di attività fisica. Tuttavia, la sedentarietà è un nemico silenzioso: non solo favorisce la perdita di massa muscolare, ma accelera anche la progressione dell’artrosi e impedisce la naturale capacità dei tessuti di reagire agli stimoli positivi del movimento regolato e consapevole.

Per gli specialisti, la prima linea di trattamento non farmacologico è proprio la prescrizione di una sequenza di esercizi adeguati. Gli esercizi devono essere calibrati sulla base della situazione clinica, dell’età del paziente e delle eventuali altre patologie presenti. In particolare, l’attività fisica ha lo scopo di:

  • Resettare la rigidità articolare attraverso la mobilizzazione lenta e controllata.
  • Migliorare la forza muscolare circostante, supportando meglio le articolazioni colpite.
  • Favorire l’irrorazione sanguigna locale e il nutrimento dei tessuti periarticolari.
  • Diminuire lo stato infiammatorio grazie all’attivazione di meccanismi antinfiammatori endogeni.

Risulta fondamentale evitare l’immobilità e affrontare con gradualità il recupero della mobilità articolare, partendo sempre da un accurato riscaldamento muscolare e affidandosi a personale esperto ().

I principi della sequenza antinfiammatoria

Per parlare di sequenza antinfiammatoria occorre chiarire che l’espressione fa riferimento a una serie di attività strutturate che hanno lo scopo di ridurre l’infiammazione locale e migliorare la funzione articolare. Gli esercizi antinfiammatori vengono scelti in modo attento, tenendo conto del carico articolare, dell’intensità e del possibile impatto sulle strutture danneggiate.

Esercizi consigliati

  • Movimenti a basso impatto: esercizi aerobici leggeri come la camminata su terreno morbido, la cyclette, il nuoto o l’acquagym riducono il carico sulle articolazioni ma mantengono attiva la muscolatura.
  • Potenziare la muscolatura: esercizi di rinforzo statico (isometrici) per i gruppi muscolari che supportano le articolazioni colpite (ad esempio quadricipiti per il ginocchio), evitando movimenti violenti o carichi eccessivi.
  • Stretching dolce: esercizi di allungamento controllato, volti a recuperare il ROM e prevenire la rigidità. Allungare i gruppi muscolari senza provocare dolore, con sedute frequenti ma brevi.
  • Esercizi propriocettivi: migliorano la stabilità articolare e sensibilizzano i recettori nervosi, riducendo il rischio di lesioni e cadute.

L’importanza della gradualità e della personalizzazione

Ogni paziente con artrosi manifesta un livello di dolore e una capacità funzionale personale. Per questo si consiglia sempre di evitare i movimenti bruschi e le attività ad alto impatto come la corsa su superfici dure, il salto o il sollevamento pesi eccessivo. Gli esercizi vanno eseguiti con costanza, alternando giorni di attività a giorni di riposo per permettere alle strutture di recuperare.

Un’attenzione speciale va posta anche nell’esecuzione di esercizi in fase attiva di dolore e infiammazione: in questo caso può essere utile eseguire sessioni di esercizio in acqua calda, che riduce lo stress sulle articolazioni e favorisce la distensione muscolare ().

Esercizio fisico e infiammazione: il legame biochimico

Il movimento, se eseguito correttamente, agisce come un vero e proprio farmaco naturale antinfiammatorio. Durante l’attività fisica, l’organismo rilascia sostanze chiamate “miochine”, prodotte dai muscoli durante la contrazione (miochine su Wikipedia). Queste molecole hanno un effetto di modulazione sul sistema immunitario, favorendo la diminuzione delle citochine pro-infiammatorie tipiche dell’artrosi e la produzione di mediatori antinfiammatori che agiscono direttamente sulle articolazioni.

La sequenza antinfiammatoria ha quindi una bimodalità di azione:

  • Meccanica: mantiene la funzionalità articolare, riducendo l’atrofia e la rigidità muscolare.
  • Chimica: stimola la produzione endogena di sostanze che “spengono” l’infiammazione cronica, riducendo dolore e gonfiore.

L’efficacia di questa strategia è tale che in molti protocolli clinici le sequenze di esercizi si accompagnano, in caso di necessità, solo a periodi limitati di supporto farmacologico.

Supporto farmacologico e sinergia con l’esercizio

Nonostante la centralità del movimento, alcuni pazienti possono necessitare di un supporto farmacologico, soprattutto nelle fasi acute dell’artrosi. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), in particolare quelli ad uso topico come creme, gel o cerotti a base di diclofenac o ibuprofene, sono oggi la prima scelta in quanto creano una barriera diretta agli stati infiammatori localizzati nelle articolazioni sottocutanee (). Tali formulazioni, rispetto ai FANS orali, sono meglio tollerate dall’organismo e permettono di ridurre il rischio di effetti collaterali a carico di stomaco, reni e apparato cardiovascolare.

Anche il paracetamolo, sebbene meno efficace come antinfiammatorio, può avere un ruolo nel controllo della componente meccanica del dolore, mentre il cortisone viene riservato ai casi più gravi e selezionati per la sua rapida azione antinfiammatoria, da utilizzare però sotto rigorosa sorveglianza medica ().

La reale efficacia terapeutica viene tuttavia raggiunta solo affiancando le terapie farmacologiche all’esercizio guidato e regolare: uno senza l’altro spesso non produce risultati soddisfacenti sul lungo periodo.

Prescrivere movimento: come nasce una sequenza personalizzata

La realizzazione di una sequenza di esercizi antinfiammatoria e protettiva parte dalla valutazione specialistica del paziente: si analizzano sedi e gravità dell’artrosi tramite esami clinici e strumentali, si valuta il grado di infiammazione e di limitazione funzionale. In base a questi dati, il fisioterapista o il medico dello sport elabora una routine quotidiana che comprende:

  • momenti di mobilizzazione articolare (circonduzioni, flessioni, estensioni dolci);
  • esercizi propriocettivi e di rafforzamento dei muscoli stabilizzatori;
  • soft stretching guidato per conservare o aumentare il range di movimento;
  • attività aerobica di base, anche in acqua, per favorire la resistenza cardiovascolare senza sovraccaricare le articolazioni.

Ogni sequenza viene progressivamente aggiornata in funzione dei miglioramenti osservati o dell’eventuale insorgenza di nuove difficoltà. Si consiglia sempre l’utilizzo di una buona attrezzatura sportiva, con calzature adeguate e, se necessario, tutori o supporti ortopedici per le articolazioni maggiormente instabili ().

Va sottolineato che il successo di questa strategia sta nella costanza e nell’attenzione nella corretta esecuzione degli esercizi, fattori che riducono il rischio di peggioramenti e contribuiscono realmente a “salvare” le articolazioni dalla degenerazione progressiva tipica dell’artrosi.

In conclusione, la strada della prevenzione e della terapia dell’artrosi passa oggi da una solida alleanza tra esercizio fisico mirato e tecniche di controllo dell’infiammazione, con il supporto occasionale dei farmaci e una rigorosa personalizzazione dei trattamenti. L’adozione regolare di una sequenza antinfiammatoria costituisce un’efficace difesa naturale per proteggere la salute delle articolazioni e migliorare la qualità di vita di chi soffre di questa diffusa condizione.

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