Non aspettare troppo: ecco l’età giusta per iniziare i controlli di screening essenziali

Iniziare tempestivamente i controlli di screening raccomandati è una delle strategie più efficaci per preservare la salute a lungo termine e prevenire le principali malattie croniche e neoplastiche che colpiscono la popolazione generale. Una corretta programmazione degli esami consente di individuare in fase precoce tumori e altre patologie silenti, riducendo significativamente i rischi associati. Tuttavia, è fondamentale rispettare le fasce di età indicate dalle linee guida internazionali e nazionali, evitando sia ritardi che investigazioni inutilmente precoci, che potrebbero comportare ansia e trattamenti non necessari.

Screening oncologici: tempistiche raccomandate per uomini e donne

I programmi di screening oncologico istituiti dal Sistema Sanitario Nazionale si fondano su solide evidenze scientifiche, che definiscono età, intervalli e tipologia degli esami più idonei. Tra gli screening più rilevanti troviamo quelli rivolti a tumore della cervice uterina, tumore della mammella e tumore del colon-retto.

Per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, fondamentale nelle donne, il controllo inizia generalmente dai 25 anni, con il Pap test da eseguire ogni tre anni fino ai 29 anni. Dai 30 ai 64 anni, lo screening prevede invece l’HPV test ogni cinque anni, poiché questa metodica si è mostrata più sensibile nell’individuare precocemente le alterazioni cellulari che possono evolvere in tumore. Sotto i 25 anni lo screening non è raccomandato in assenza di fattori di rischio o sintomi specifici, poiché la probabilità di lesioni clinicamente rilevanti è molto bassa e i potenziali danni dovuti a trattamenti non necessari superano i benefici.

Lo screening per il tumore della mammella segue linee guida altrettanto precise. Secondo le principali raccomandazioni europee e nazionali, tutte le donne tra i 50 e i 69 anni dovrebbero sottoporsi a mammografia ogni due anni. L’estensione tra i 70 e i 74 anni è possibile, mentre per le donne tra i 45 e i 49 anni alcuni programmi prevedono l’avvio anticipato con intervallo annuale, soprattutto se esistono altri fattori di rischio. Non è consigliato effettuare screening mammografico sistematico prima dei 40 anni, a meno di una storia familiare di cancro mammario o particolari condizioni genetiche.

Lo screening per il tumore del colon-retto interessa sia uomini sia donne, generalmente a partire dai 50 anni, mediante ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni o, in alcuni programmi, con colonscopia ogni dieci anni. Questa strategia ha dimostrato di ridurre la mortalità per questo tipo di tumori.

Prevenzione cardiovascolare e controlli generali

Oltre agli screening oncologici, numerosi sono gli esami di prevenzione dedicati alle principali patologie cardiovascolari e metaboliche, che rappresentano la prima causa di morte in Italia e nei paesi industrializzati.

I controlli dei valori di colesterolo, trigliceridi, glicemia e pressione arteriosa dovrebbero iniziare già tra i 30 e i 40 anni, specialmente se presenti fattori di rischio quali familiarità, sovrappeso, obesità, fumo o sedentarietà. In assenza di patologie, la frequenza dei controlli viene stabilita dal medico, ma in genere è sufficiente ripeterli ogni 2-3 anni in età giovane-adulta e annualmente dopo i 50 anni.

Un’altra valutazione essenziale per la prevenzione è costituita dalla misurazione periodica della funzione renale (creatininemia), e del rischio di diabete attraverso la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicata, esami che consentono un intervento tempestivo anche nelle forme iniziali e asintomatiche di malattia.

Vaccinazioni consigliate nell’età adulta e anziana

Oltre agli screening, è importante considerare il ruolo delle vaccinazioni raccomandate in età adulta e soprattutto nella terza età. Tra le principali troviamo la vaccinazione antipneumococcica e quella antinfluenzale, da rinnovare ogni anno nei soggetti sopra i 65 anni o prima, se presenti comorbilità. In alcune categorie a rischio viene suggerita anche la vaccinazione contro l’herpes zoster e la pertosse, per ridurre complicanze e ospedalizzazioni.

Il rispetto delle tempistiche vaccinali, così come quello degli screening, costituisce uno dei migliori strumenti di medicina preventiva e contribuisce in modo determinante a ridurre il rischio di complicanze gravi nella popolazione anziana.

Check-up personalizzato e attenzione a familiarità e storia personale

Benché le età sopra riportate siano frutto di raccomandazioni internazionali e nazionali valide per la popolazione generale, esistono situazioni in cui è necessario anticipare o integrare i controlli di routine. In presenza di storia familiare importante per determinate patologie, come neoplasie (mammella, colon, prostata, stomaco), malattie cardiovascolari precoci o condizioni eredofamiliari come ipercolesterolemia o diabete, il programma di prevenzione deve essere valutato e personalizzato dal proprio medico curante o dal centro di riferimento specialistico.

È fondamentale informare il proprio medico di famiglia di eventuali casi in famiglia, per consentire una valutazione più attenta e predisporre esami e consulenze genetiche qualora indicato.

  • Donne con familiarità per tumore del seno: potranno essere indirizzate a programmi di sorveglianza più stretti, includendo anche ecografia mammaria e, in casi selezionati, risonanza magnetica mammaria, già a partire dai 30-35 anni.
  • Soggetti con familiarità per carcinoma del colon: potrebbero dover iniziare la colonscopia anche vent’anni prima della diagnosi del caso più giovane in famiglia, soprattutto se si tratta di una sindrome ereditaria.
  • Persone con sindrome metabolica: devono sottoporsi a controlli più ravvicinati di glicemia, profilo lipidico e funzionalità renale.

L’importanza dei richiami regolari

Non basta eseguire un singolo test: ogni programma di screening prevede intervalli ben precisi tra un controllo e l’altro, stabiliti per massimizzare l’efficacia della diagnosi precoce e minimizzare i falsi positivi. Ad esempio, saltare una mammografia biennale o posticipare eccessivamente il Pap test può esporre a maggior rischio di diagnosi tardiva. È quindi essenziale rispondere agli inviti dei servizi sanitari regionali e rispettare il calendario suggerito.

Conclusioni e buone pratiche per una prevenzione efficace

La prevenzione medica, basata su screening periodici e pensati per età e rischio individuale, rappresenta uno degli investimenti più importanti che ogni persona possa fare per la propria salute. La diagnosi precoce, infatti, aumenta enormemente le possibilità di trattamento efficace e la probabilità di guarigione per patologie gravi come il cancro, oltre a consentire il controllo tempestivo di malattie cardiovascolari e metaboliche silenti.

Per sfruttarne appieno i benefici, è cruciale:

  • Iniziare i controlli alle età indicate, senza anticipare o posticipare inutilmente.
  • Personalizzare il percorso di prevenzione in presenza di fattori di rischio o familiarità.
  • Rispettare i richiami periodici previsti dai programmi regionali o nazionali.
  • Consultare il medico curante per qualsiasi dubbio o sintomo nuovo.
  • Mantenere uno stile di vita sano, abbinando la prevenzione clinica a corretta alimentazione, attività fisica e abbandono delle abitudini nocive.

Seguendo queste raccomandazioni, è possibile vivere una vita più lunga, attiva e in salute, riducendo al minimo le conseguenze delle principali malattie croniche e offrendo una prospettiva di benessere a tutte le età.

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